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Cosa
fare ?
E’ un
momento particolarmente delicato per gli investitori, che si avvicinano ad un
periodo, quello estivo, tradizionalmente caratterizzato da bassi volumi e
brutte performance, nonostante le eccezioni degli ultimi anni. Dopo mesi di
rialzi azionari e di riduzione di rendimenti e spread le valutazioni appaiono
in molti casi poco interessanti. Cosa fare?
Lo scenario
macroeconomico è abbastanza confortante. Nell’ultimo rapporto dell’OCSE
pubblicato ad inizio maggio si stima una crescita mondiale pari al 3.4%
sostenuta soprattutto dal buon momentum dei paesi sviluppati dove stanno
ripartendo gli investimenti fissi, gli scambi commerciali e dove la minor
pressione fiscale rende possibile una maggior crescita. Nonostante il permanere
di importanti rischi (elevata disoccupazione e disinflazione di Europa,
eccessivo credito al settore privato in qualche paese emergente) le società
macinano utili e i loro fatturati sono tornati a crescere al ritmo annuale di
circa il 6%.
Le Banche
Centrali continuano ad essere di sostegno e difficilmente negli Stati Uniti
come in Europa si alzeranno i tassi in tempi brevi permettendo alle stesse
società di continuare a finanziarsi a tassi contenuti per continuare a comprare
società e/o azioni proprie come accaduto in questi ultimi mesi a testimonianza
di un clima di fiducia.
Certo, gli
indici azionari hanno fatto molto e le valutazioni tirate potrebbero spingere a
prese di beneficio e volatilità che sempre accompagna la fase iniziale di qualunque inasprimento di politica monetaria prima di
tornare a guardare i fondamentali e la crescita. Ma si tornerà a farlo e, credo, dopo correzioni contenute e non
particolarmente profonde del mercato alla luce dello scenario sopra descritto.
Consiglierei quindi di continuare a detenere in portafoglio una discreta
esposizione azionaria (soprattutto azioni sviluppate americane ed europee e
attenzione agli emergenti perché le valutazioni sono molto interessanti).
Nello
spazio obbligazionario, a dispetto delle
attese i rendimenti hanno proseguito la loro discesa nonostante si trovassero a
livelli molto bassi già a inizio anno. A questo punto spingere gli investitori
a investire in titoli dai rendimenti decisamente poco interessanti è quasi follia. L’impegno della BCE a
implementare nuove misure di sostegno potrebbe essere in parte già scontato e
l’eventuale rialzo dei rendimenti americani potrebbe condizionare quelli
europei. Senza tuttavia sottovalutare l’importanza della diversificazione tra
azionario e obbligazionario e la diversa natura delle due classi di attivo,
potrebbe aver senso mantenere una posizione contenuta sui governativi cosiddetti core fino al prossimo Consiglio dei Governatori o
giù di li continuando a investire parte del portafoglio obbligazionario sui
periferici (italiani e spagnoli sulle scadenze medie sia governativi che
corporate).
Le valute
più interessanti nello scenario descritto potrebbero essere quelle dei paesi
caratterizzati da un ciclo economico più avanzato: il dollaro americano, la
sterlina inglese ed il dollaro australiano
che con la complicità delle rispettive banche centrali potrebbero
iniziare o continuare a dare soddisfazione.
... al prossimo TARDINO EXPRESS !!!
... al prossimo TARDINO EXPRESS !!!
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Laura Tardino