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A PROPOSITO DI PETROLIO
Non credo che la caduta del prezzo del petrolio sia in
assoluto negativa per l’Italia e per i paesi importatori e credo non sia
completamente corretto darne una valutazione guardando soltanto alla performance degli indici
borsistici, condizionati tra l’altro dagli importanti eventi in agenda in questi giorni.
Tuttavia, il peso di alcune società energetiche, per
le quali il calo del greggio sarà sicuramente un problema, è significativo su
alcuni degli indici di riferimento del nostro paese (a titolo di esempio, Eni
da sola pesa circa il 14% sul FTSE MIB) e questo forse lega parte della loro
performance a quella del greggio.Nei prossimi mesi, il significativo calo del
prezzo del petrolio dovrebbe dare una mano all’economia italiana. Sarà
probabilmente un piccolo aiuto se paragonato a quello che darà ad altre
economie, meno vessate da pesanti accise e dalla elevata disoccupazione.
L’Italia stenta a crescere. Ha chiuso il 2014 in recessione con ogni
probabilità di circa lo 0.3% e per il 2015 le stime del Consensus Economics
a dicembre si attestano ad un risicatissimo 0.4%. Il dato sulla
disoccupazione a dicembre, pubblicato lo scorso 7 gennaio, ha evidenziato un
ulteriore aumento, attestandosi al 13.4%. Come può aumentare la fiducia dei
consumatori, anche in presenza di un maggior potere di acquisto come sta
accadendo negli Stati Uniti?
A livello globale, l’ipotesi della deflazione mi
pare al momento lontana dalla realtà . In Italia e nei paesi ad elevata
disoccupazione, come ricordavo sopra, c’è il rischio che il circolo innescato
sia negativo, perché il risparmio energetico dei consumatori potrebbe non
influenzare la loro domanda di beni e servizi, non sostenendo quindi il prezzo
di quest’ultimi e non permettendo di evitare una spirale disinflazionistica. E’
importante dunque, come più volte ripetuto in questi ultimi anni, che si
proceda con riforme strutturali importanti, che combattano la disoccupazione
mentre nel breve è auspicabile una politica monetaria ulteriormente espansiva.
Nei paesi in cui la disoccupazione è bassa (Stati Uniti, Regno Unito, Germania
per esempio) questo rischio, a mio giudizio, è invece molto basso ed in molti
paesi emergenti l’inflazione è stabilmente lontana dallo zero.
... al prossimo TARDINO EXPRESS !!!
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@tardino_laura
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