lunedì 4 agosto 2014

TARDINO COMMENTA IL LUGLIO 2014

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I mercati azionari chiudono il mese di luglio in discesa, con l’indice MSCI World in valuta locale in calo dell’1.67%. Tra i mercati sviluppati l’unico ad aver registrato una performance positiva è quello giapponese (MSCI Giappone, +2.09%). Pesanti le perdite di  molti mercati europei, tra cui la Germania (-4.26%), la Francia (-3.86%), l’Italia (-3.17%) e, in misura minore, la Spagna (-1.25%). Da segnalare la pessima performance del Portogallo, in calo del 13.86%.  L’indice MSCI Europa in valuta locale ha chiuso il mese a -1.85% grazie alla buona tenuta del Regno Unito (-0.10%). Negativa, anche se più contenuta, la perdita del mercato nordamericano (-1.28%).  In marcata controtendenza l’andamento mensile dei mercati emergenti, in rialzo del 2.46%.

I dati macroeconomici pubblicati nel corso del mese hanno evidenziato da un lato l’accelerazione della crescita americana e cinese nel secondo trimestre dell’anno, dall’altro il rallentamento di quella europea.  Complessivamente, le attese di una graduale ripresa economica globale per la fine dell’anno sono state confermate, anche se il FMI ha rivisto al ribasso le sue stime (3.4% da 3.7% per il 2014), per la frenata tutta americana del primo trimestre dell’anno. A fare da sfondo ad un quadro macroeconomico sostanzialmente immutato  sono state alcune notizie che hanno contribuito ad innervosire gli investitori: le difficoltà legate all’istituto finanziario portoghese Banco Santo Espirito, l’inasprimento delle sanzioni economiche alla Russia ed infine il default selettivo dell’Argentina, il secondo in tredici anni. La stagione delle trimestrali europee e americane, cosi come la pubblicazione di dati macroeconomici sostanzialmente buoni sono quindi passate in secondo piano.

In tema di politica monetaria, a fine mese la Fed ha lasciato inalterati i tassi di interesse ufficiali allo 0-0.25%. L’allentamento monetario è stato invece ridotto passando da 35 a 25 miliardi di dollari al mese. Janet Yellen è apparsa cautamente ottimista sulla crescita economica e sulla ripresa occupazionale, lasciando tuttavia intendere che i tassi ufficiali rimarranno bassi ancora a lungo nonostante questo miglioramento congiunturale. In occasione del consueto appuntamento mensile del Consiglio dei Governatori della Banca Centrale Europea, il presidente Mario Draghi ha mantenuto invariato il tasso di interesse ufficiale (refi) a 0.15%. dopo le numerose misure adottate nel corso del mese di giugno e che con ogni probabilità verranno potenziate ulteriormente, essendo l’inflazione scesa ulteriormente secondo quanto rilasciato a fine mese (0.4%).

Il miglioramento del quadro congiunturale, confermato dai dati americani che per la prima volta hanno evidenziato una ripresa, sebbene contenuta, della crescita salariale e più in generale dell’inflazione ha permesso al rendimento del Treasury decennale di salire lievemente (5 punti base a 2.58%), nonostante le dichiarazioni della Yellen e l’aumentata avversione al rischio. Il Bund invece ha continuato la sua discesa, chiudendo  il mese a 1.19% da 1.25% del mese precedente e dopo aver toccato quota 1.11%. Lo spread italiano e quello spagnolo hanno chiuso il mese sostanzialmente stabili (158 punti base e 140 punti base rispettivamente), avendo tuttavia registrato ad inizio mese una significativa ascesa in risposta alla pubblicazione di dati macroeconomici particolarmente deludenti.

Sul mercato valutario, l’euro si è indebolito nei confronti del dollaro di circa il 2%, chiudendo il mese a 1.3395.   

   Laura Tardino

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