martedì 7 ottobre 2014

TARDINO COMMENTA IL SETTEMBRE 2014

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SETTEMBRE 2014

I mercati azionari chiudono il mese di settembre in discesa, con l’indice MSCI World in valuta locale in calo dell’1.16%. Il mercato nordamericano è sceso dell’1.87%, mentre l’Europa ha contenuto le perdite scendendo di un più modesto 0.33% grazie alla performance positiva di Italia, Spagna (+2.48% e +1.02%) e, in misura minore, Francia (+0.45%). Il Regno Unito e la Germania hanno invece lasciato sul terreno il 3 e lo 0.11% rispettivamente. Ha chiuso in territorio positivo il mercato giapponese (MSCI Giappone in valuta locale +4.19%), mentre si è interrotta nel mese la tendenza al rialzo dei mercati emergenti, con l’indice MSCI Mercati Emergenti in valuta locale in discesa del 4.43%.

Eventi di varia natura hanno dominato la scena nel corso del mese di settembre. Da un lato, infatti, il referendum per l’indipendenza della Scozia ha avuto un’influenza negativa sulle azioni inglesi e sulla sterlina, dall’altro le manifestazioni ad Hong Kong così come l’avvicinarsi delle elezioni brasiliane e il possibile intervento armato per combattere il movimento “Stato islamico” hanno innervosito gli investitori, che hanno preferito in generale vendere gli attivi rischiosi, soprattutto quelli emergenti. La brillante quotazione sul listino americano del portale cinese Alibaba ha solo in parte riportato fiducia.
I dati macroeconomici hanno dal canto loro confermato un quadro di lenta e graduale ripresa, nonostante non siano mancate evidenze delle difficoltà riscontrate dal ciclo economico europeo.

In tema di politica monetaria, la Fed ha lasciato inalterati i tassi di interesse ufficiali allo 0-0.25%. L’allentamento monetario è stato ridotto a 15 miliardi di dollari al mese. Janet Yellen è apparsa cauta sulla crescita economica e sull’inflazione (sulle quali sono state riviste al ribasso le stime) e sulla ripresa del mercato occupazionale ed ha ribadito che i tassi ufficiali rimarranno bassi ancora a lungo, anche se a fine 2015 potrebbero essere intorno all’1.375% (e non più 1.25-1.5%). In occasione del consueto appuntamento mensile del Consiglio dei Governatori della Banca Centrale Europea, il presidente Mario Draghi, a sorpresa, ha tagliato il tasso di interesse ufficiale (refi) a 0.05% ed annunciato una misura aggiuntiva (il cosiddetto credit easing) rispetto a quelle già presentate a giugno e che hanno preso il via nel corso del mese. Le azioni della BCE seguono i deludenti dati di crescita e inflazione rilevati nella zona durante l’estate (0.3% quest’ultima, secondo la prima stima per il mese di settembre).

La pubblicazione di dati macroeconomici forti negli Stati Uniti hanno fatto salire il rendimento del Treasury decennale (da 2.34% a 2.49% circa), influenzando il Bund, che ha chiuso  il mese a 0.95 da 0.89% del mese precedente e dopo aver toccato quota 0.86%. Lo spread italiano e quello spagnolo hanno chiuso il mese in calo (140 punti base e 120 punti base rispettivamente), dopo aver registrato una certa volatilità.

Sul mercato valutario, l’euro si è ulteriormente indebolito nei confronti del dollaro di circa il 3.99% chiudendo il mese a 1.2621 in discesa da inizio anno di 8.4% circa. 




   Laura Tardino

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@tardino_laura