mercoledì 27 marzo 2013

Qualche domanda prima della scelta di un buon medico (finanziario)

@www.medicocompetente.blogspot.com
 
Qualche domanda prima della scelta di un buon medico (finanziario)



Nel post: "Conflittod'interessi: non interessa solo Berlusconi & Avversari" 
ci domandavamo come riconoscere “un buon medico” per i nostri investimenti.





Un primo approccio a questo tema ci ha consigliato di scegliere operatori finanziari che non siano portatori di evidenti conflitti di interessi.

@www.ilnostrocondominio.com




Questo accorgimento ci consente almeno - usando un gergo calcistico- di non subire un sacco di goal e di non perdere tutte le partite.  Ma, se vogliamo vincere il campionato, dobbiamo attrezzarci ancora meglio.
E’ fondamentale verificare se il rapporto con i nostri interlocutori bancari, finanziari ed assicurativi sia corretto e, soprattutto, utile.







A tal fine, sia che il nostro patrimonio risulti ingente o modesto, che il nostro reddito sia consistente o esiguo, che siamo giovani o anziani, la nostra salute buona o precaria, la nostra famiglia piccola o numerosa,

www.ilquotidianoinclasse.ilsole24ore.com
 
è molto importante che, pensando a chi (il signor Rossi, poniamo) si candida ad essere il nostro referente patrimoniale-finanziario-assicurativo, ci poniamo delle domande e rispondiamo a noi stessi con molta accuratezza.
Le domande sono molte ed alcune richiedono risposte impegnative.

 Ecco alcune delle più semplici tra ldomande indispensabili:

 D1  "Prima di chiedermi notizie del mio portafoglio titoli, il mio interlocutore (il signor Rossi) mi ha chiesto una descrizione accurata del mio patrimonio complessivo e della mia capacità di procurarmi, negli anni, reddito e di risparmiarne una parte ?"
Considerare il portafoglio titoli come un’entità separata dal resto del patrimonio mi impedirebbe di misurare la rischiosità complessiva degli investimenti.

D2   "Prima ancora, Rossi mi ha chiesto se ho definito e se sto attuando una strategìa in ordine ai miei investimenti?"
La gestione del mio portafoglio, ma anche del resto del mio patrimonio, affinché sia il più possibile redditizia ed il meno possibile rischiosa deve far parte di un progetto strategico, che sia in armonia con i miei obiettivi e con lo scopo di raggiungerli entro i tempi previsti.

D3   "Prima ancora, Rossi mi ha chiesto cosa mi propongo di ottenere dai miei investimenti e perché?"
Chiarire bene lo scopo dell’investimento mi assicura informazioni preziose per valutare se l’obiettivo sia compatibile con le mie risorse ed anche con la mia personale attitudine a sostenere consapevolmente i rischi connessi agli investimenti in essere o da attuare.

D4    "Prima ancora, Rossi mi ha chiesto se sono in grado di far fronte ad eventi imprevisti attingendo alle attuali risorse e con quali conseguenze?"
Un bel castello finanziario, ricco e redditizio, ma fondato su un terreno (in senso letterale o non) esposto a terremoti, come lo è, per esempio, la vita umana sulla Terra, rischia danni seri se non è munito di un solido sistema anti-sismico.

D5    "Prima ancora, Rossi mi ha chiesto di descrivere il quadro delle mie responsabilità personali e la situazione anagrafica mia e dei miei familiari?"
Tutto bene fino a che brandisco personalmente e saldamente la barra del timone, ma se per un certo periodo o da una certa data non potessi farlo? E’ bene sapere chi -ed in quale misura- ne subirebbe le conseguenze.

D6    "Prima ancora, Rossi mi ha spiegato accuratamente cosa intenda per etica e pratica professionale e si è sincerato che io le condivida entrambe ?" 
La buona riuscita di un’attività di pianificazione patrimoniale personale è determinata da molti elementi, che valgono poco se non rientrano in una strategìa decisa da me, con il sostegno professionale del consulente ed attuata nel tempo con eventuali, ma già previste, varianti tattiche.

D7    "Prima ancora, Rossi ha dialogato con me in termini semplicemente esistenziali ed ha cercato di conoscere il mio comportamento passato di investitore, il perché delle mie decisioni di investimento e la mia personale percezione dei rischi e delle opportunità?" 
Un esame preventivo delle possibili distorsioni cognitive che possano influenzare non positivamente una mia corretta e serena visione della situazione e degli obiettivi è il primo tra i compiti che si deve dare chi voglia aiutarmi a ridurre i rischi ed a pianificare consapevolmente il futuro mio e della mia famiglia.


@wikimedia.org
 


Se abbiamo risposto sì dalla prima alla settima domanda, è probabile che il signor Rossi, il nostro interlocutore, operi professionalmente, per formazione o per istinto, in modo quantomeno prossimo a criteri corretti di pianificazione finanziaria personale.

 

lunedì 11 marzo 2013

Crash Crash Boom Boom

Crash Crash Boom Boom



Una quindicina di anni fa (eravamo nel 1997) il prestigioso settimanale londinese The Economist presentava, in copertina, una gustosa vignetta di Kevin Kallaugher, il mitico KAL del Baltimore Sun, che era stata disegnata nel lontano 1989 ma che era allora, come lo è oggi, perfettamente attuale.
The Economist



Le immagini della vignetta descrivevano ironicamente una delle fonti dell'attività di negoziazione in un mercato più attento alle voci che ad altro: la catena disinformazione-paura-disinformazione-avidità-disinformazione.

L'articolo a commento della copertina prendeva, più concretamente, lo spunto dalle recenti vicende della Borsa di Hong Kong che, reduce da un primo semestre positivo, era precipitata del 35 per cento in un solo trimestre -dall'inizio di luglio all'inizio di ottobre 1997- un tonfo attribuito dai commentatori a previsioni di un semplice rallentamento della crescita delle economie dell'Estremo Oriente.

Tokyo, a sua volta, era caduta del 19 per cento, ma la discesa si era tuttavia manifestata, seppure in misura meno drammatica, anche a New York (meno 9 per cento il Dow Jones), nonostante gli USA stessero attraversando un periodo di crescita stabile, con poca disoccupazione e modesta inflazione.


Il redattore imputava l'accaduto a tre cause.


@tuvforum.mastertopforum.com

La prima, di tipo psicologico di breve termine: un'irrazionale ondata di 
panic-selling, della quale era difficile individuare il momento scatenante iniziale, così come non sempre si riesce a vedere se ci sia un ghepardo affamato dietro a un branco di gazzelle o di antilopi in fuga.



@www.nibi-milano.it











La seconda, una ragione pratica: la crescente interconnessione delle economie e dei mercati.




La terza, ritenuta la più importante, è ancora di ordine cognitivo. Un substrato psicologico comune ai mercati, al di là delle loro connessioni economiche e finanziarie.

@http://isolafelice.forumcommunity.net

Quest'ultimo fattore viene descritto come una minore sensibilità al rischio di mercato, indotta negli investitori da una lunga cavalcata al rialzo.
Dal 1996 sino a metà del 1997, negli investitori in azioni ed obbligazioni asiatiche si era insinuata la convinzione che il premio al rischio da pagare per quei titoli rispetto a quelli americani potesse essere, in fondo, trascurabile. Un atteggiamento che viene riassunto in una lapidaria definizione: hubris (arroganza).


La parola ci riporta all'aristotelica hybris, la tracotanza degli umani che, nella tragedia greca, viene inesorabilmente punita con la némesis, sdegno e vendetta degli dei.
@www.marianotomatis.it
 

In anni più recenti, Nassim Taleb ci aiuterà ad approfondire il termine, parlandoci di arroganza epistemica.
@www.londonita.com



Ma questa è un'altra storia,
una storia di Cigni Neri.


Ne parleremo.








sabato 9 marzo 2013

Non copriamoci con un portafoglio patchwork

 

Non copriamoci con un portafoglio patchwork


In aggiunta ai Beatles, 

@en.wikipedia.org
nei "favolosi" anni ’60 le novità importate nel nostro Paese dalla cultura anglosassone furono molte.

Una di queste: la moda del patchwork.

Patchwork erano soprattutto coperte: l’ispirazione veniva dalla solida economia domestica maturata nell’ambiente calvinista del Nord Europa e migrato, lungo la via aperta dai Padri Pellegrini della Mayflower,

@angelafortibet.files.wordpress.com

nelle terre sconfinate del MidWest americano, dove le brave e rocciose mogli dei pionieri, prima di concludere la loro massacrante giornata, finalmente sedute confezionavano e riparavano abiti e vesti per la famiglia e, se necessitava una coperta in più ed il tessuto per allestirla era finito o non si poteva comprare, si arrangiavano cucendo insieme ritagli di maglia lavorata a mano, oppure brandelli di tessuto disponibili in casa, anche diversi per colore, forma, consistenza.

@lecosedimysa.blogspot.com
Messi insieme a casaccio, ma utili a corredare in qualche modo un letto, una culla, una sedia a dondolo.

Tempi duri, rimedi estremi.

Oggi, nel nostro mondo duro ed estremo per tutt’altre ragioni, un curioso e diffusissimo esempio di patchwork è riscontrabile anche nel campo degli investimenti: il portafoglio patchwork.

La somiglianza del portafoglio patchwork con la coperta omologa è soprattutto nelle cause e nelle modalità di scelta delle parti componenti: la necessità, la casualità, il riciclo di pezzi vecchi o acquistati chissà quando e da chi e chissà perché.

La differenza tra questi portafogli di oggi e le coperte di allora è che queste, pur nel disinteresse per la forma e l’eleganza, venivano allestite per uno scopo utile e tale scopo raggiungevano; 
un portafoglio patchwork solo per una fortunata combinazione del caso potrebbe ripararci, nel medio-lungo periodo,  

@www.asianews.it


dagli innumerevoli spifferi 
né, tantomeno, 
dalle inevitabili bufere 
che anche  
nelle stagioni 
più fortunate soffiano 
nelle sconfinate praterie 
delle Borse mondiali.
@http://www.piazzaffari

@www.trendonline.it

@www.articolotre






Il portafoglio senza capo né coda é, tuttavia, una figura enormemente più diffusa di quella del portafoglio armonico, cioè concepito sulla base di un progetto strategico, costantemente aggiornato.

La ragione sta soprattutto nel fatto che la distribuzione di prodotti finanziari ed assicurativi, nel nostro Paese, è ispirata per lo più a criteri commerciali, anche se si svolge attraverso canali, come quello bancario, che avrebbero, al loro interno, le risorse per integrare l’offerta commerciale con una consulenza appropriata.

Oggi è molto più facile, infatti, interloquire con il mondo finanziario per il tramite di persone che esibiscono titoli roboanti, 
@http://nuovosoldo.wordpress.com

ma che non possono vantare una solida cultura nella programmazione finanziaria degli investimenti oppure che potrebbero, ma non sono interessate a servirsene o –capita anche questo- sono magari incentivate a fare il contrario.

Che fare dunque?    Lamentarsi del destino cinico e baro oppure invocare ancora maggiori controlli pubblici che, nella miglior tradizione del Bel Paese, avvengono spesso su questioni di pura forma?

Meglio di no, specie se vogliamo essere noi e non i nostri pronipoti a vedere un utile cambiamento.

L’alternativa percorribile è tutta individuale,    nella crescita della nostra cultura specifica, iniziando per esempio ad interagire con chi,   invece che parlare delle meraviglie di se stesso e della propria banca e di quel prodotto, cerchi di capire la nostra storia di investitori ed i nostri obiettivi di vita   e, mentre lo stiamo scrutando, ci faccia pensare che anche lui, in tutta coscienza, stia valutando se assumere l'incarico di affiancarci per assisterci come suoi clienti oppure no.