I
sette anni che incorporano la crisi finanziaria 2008-2014 ne sottendono altre,
non meno importanti.
In
Italia, una di queste, non così diffusamente percepita ma senz’altro significativa
per i suoi rilevanti effetti di carattere sociale, è
la crisi delle figure
professionali che si occupano di consulenza finanziaria.
A
differenza della crisi finanziaria, alla quale ben si attaglia l’ètimo comune,
che ha assunto nel tempo un'accezione negativa (peggioramento della situazione),
nel caso della consulenza finanziaria l'etimologia più appropriata è quella che
deriva dal verbo greco krino = separare, discernere.
Come
ci insegna la Treccani: “È sempre tempo di crisi. Se badiamo all’etimo. Crisi,
greco antico: ‘scelta’. Quand’è che non si è costretti a scegliere? Se non
scegli, diceva un saggio, qualcun altro sceglierà al posto tuo. Se non scegli,
sarai scelto.
Nell’alternativa,
c’è il senso più profondo
e dinamico della
crisi.
Quante volte si sente dire: «Bisogna saper cogliere questa crisi come
occasione di…» e poi si aggiunga a piacere: cambiamento (il vocabolo più
gettonato), miglioramento, crescita, ripresa, riscatto, ecc.”
La
consulenza che (a volte sì, a volte no) viene prestata all’interno di molti
sportelli bancari… o di più eleganti strutture di private banking….. o tramite certe
più o meno infiocchettate reti di promotori….o ad opera di alcune strutture di
invisibili esperti dal web….o tramite certi cavalieri della consulenza indipendente,
autoproclamatisi senza macchia, è vera consulenza ? Sinceramente non so.
So
per certo che ci sono bancari, private banker, promotori finanziari, consulenti
finanziari indipendenti che la vera consulenza la praticano da sempre, ma soprattutto per
loro personale capacità ed inclinazione, oltre che per scelta di stile ed etica
professionale.
Indipendentemente
dall’etichetta (o dal cappello, se preferite).
Come
so per certo che, oggi, indipendentemente dalla collocazione in categorie, ci
sono operatori che parlano di consulenza globale semplicemente perché in tal
modo sfruttano un termine inappropriato alla loro reale offerta professionale, ma
commercialmente redditizio, perché facilmente fraintendibile dagli utenti più inermi, che sono la maggioranza.
Inappropriato
alla loro reale offerta professionale, che in quel frangente consiste in una
banale addizione al proprio portafoglio prodotti.
A
questo proposito è importante sottolineare che la questione del conflitto d'interessi è ancora assolutamente aperta, nonostante le case di distribuzione
dei prodotti finanziari abbiano ormai da anni prevalentemente adottato,
nel disegnare i propri schemi di offerta di prodotti, la così detta
architettura aperta.
Come
se l’offerta di un ventaglio più ampio di prodotti di per se stessa garantisse l’eticità e la competenza nella
gestione del rapporto di consulenza.
Così
come il fatto di operare non sulla base di un mandato di un mandato esclusivo,
ma sulla scorta dell'operare come professionisti indipendenti,
garantisse di per se stesso al
cliente il poter contare su consigli sempre sereni e disinteressati.
Come
sereni e disinteressati non è garantito che siano i consigli di un operatore
–indipendente o meno- per il solo fatto
che il medesimo sia iscritto ad un albo professionale al quale si sia stati ammessi
di diritto o in funzione di esami prevalentemente nozionistici, oppure esibisca certificazioni
ulteriori fondate su analoghe modalità esaminatorie.
L’affermarsi
del concetto della vera consulenza finanziaria globale è una novità che farà un
gran bene ai risparmiatori, anche se forse sconvolgerà i piani commerciali dei
principali soggetti che oggi dominano il
mercato in un regime sostanzialmente
oligopolistico.
La
vera consulenza finanziaria globale è un’attività che non può essere disgiunta
da una seria attività di educazione finanziaria.
Sottolineo:
educazione finanziaria,
non: alfabetizzazione finanziaria.
Per
individuare la rotta vera che ispirerà il processo evolutivo professionale
nella consulenza finanziaria, la chiave di lettura principale è la definizione
che l’ OECD
(OCSE: Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico)
dà dell’ educazione finanziaria:
“L’educazione finanziaria è il processo
attraverso il quale i consumatori/investitori finanziari migliorano la propria
comprensione di prodotti e nozioni finanziarie e, attraverso l’informazione,
l’istruzione e una consulenza oggettiva, sviluppano le capacità e la fiducia
necessarie per diventare maggiormente consapevoli dei rischi e delle
opportunità finanziarie, per effettuare scelte informate, comprendere a chi
chiedere consulenza e mettere in atto altre azioni efficaci per migliorare il
loro benessere finanziario”.
Con
i prossimi post inizieremo ad affrontare il tema, dal punto di vista normativo
e con testimonianze professionali.