mercoledì 9 luglio 2014

Tardino Express - W EUROPA


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W EUROPA


Certo, sara' anche banale oggi parlare di quel 7 a 1... ma, che dire (ho visto solo una parte della partita) della completa predominanza di possesso palla, velocita', fantasia, reti, etc etc? 
Non sono passati inosservati. 
Mi chiedo cosa ci sia nel dna dei tedeschi, perche' a quanto pare riescono in tutto. Alla radio stamattina sentivo che sono tra i paesi in vetta all’ennesima classifica non ricordo bene per cosa, ma chiaramente in positivo. 
Qualcuno -sempre stamattina su internet- dice di evitare paragoni (calcio-rigore-crescita), ma io credo che, alla fine, il voler essere a tutti i costi originali e controcorrente sposti l'attenzione dalla realta' delle cose: c'e' la Germania che raggiunge tutti o quasi gli obiettivi più importanti, spesso con estenuanti esercizi di programmazione  e ci sono gli altri che si arrabattano, inseguendo il sogno dell'eterno vivendo e programmando alla giornata. Bravo' alla  Germania: una lezione di vita ed una speranza per i non più emergenti. Speriamo che l'Olanda non sia da meno. W l'Europa.

... al prossimo TARDINO EXPRESS !!!



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Laura Tardino

mercoledì 2 luglio 2014

TARDINO COMMENTA IL GIUGNO 2014

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I mercati azionari chiudono il mese di giugno in salita, con l’indice MSCI World in valuta locale in rialzo dell’1.24%. Positiva la performance del NordAmerica (+2.1%),  e del Giappone (+4.7%). Tra i paesi europei, in calo mediamente dell’1.13%, da segnalare il buon andamento della Spagna (+1.19%) in controtendenza rispetto agli altri principali paesi del continente: Germania -1.04%, Francia -2.16% e Italia -1.28%.


Il mese si è chiuso in rialzo per i mercati emergenti che sono saliti mediamente dell’1.98% (MSCI EM in valuta locale).


I dati macroeconomici pubblicati nel corso del mese hanno evidenziato qualche difficoltà nel primo trimestre sia negli Stati Uniti (dove la terza stima della crescita del primo trimestre è stata nuovamente ridotta) che in Europa dove la crescita e l’inflazione rimangono basse non alterando tuttavia, complessivamente, le attese di una graduale ripresa economica globale per la fine dell’anno. Gli investitori sono apparsi sostanzialmente sereni di fronte al rischio geopolitico associato alla situazione ancora irrisolta in Ucraina e alle nuove tensioni in Iraq.


A catalizzare l’interesse dei mercati finanziari sono state ancora una volta le dichiarazioni dei banchieri centrali. In tema di politica monetaria, la Fed ha lasciato inalterati i tassi di interesse ufficiali allo 0-0.25%. L’allentamento monetario è stato invece ridotto passando da 45 a 35 miliardi di dollari al mese. Janet Yellen ha abbasato le stime di crescita di lungo periodo così come i tassi di interesse di equilibrio di lungo termine, lasciando intendere che i tassi ufficiali rimarranno bassi ancora a lungo nonostante il miglioramento congiunturale. In occasione del consueto appuntamento mensile del Consiglio dei Governatori della Banca Centrale Europea, il presidente Mario Draghi ha tagliato il tasso di interesse ufficiale (refi) da  0.25% a 0.15%. Contestualmente è stato ridotto il cosiddetto depo rate, portato per la prima volta in territorio negativo (-0.10%) per incentivare l’immissione di liquidità da parte delle banche nel sistema economico. Mario Draghi ha inoltre esteso temporalmente i prestiti alle banche facenti parte del cosiddetto programma MRO, ha annunciato la fine della sterilizzazione degli acquisti nell’ambito del programma SMP e ha annunciato due nuove operazioni di rifinanziamento a lungo termine (TLTRO) per un ammontare complessivo di 400 miliardi di euro a patto che le banche che ne faranno ricorso concedano maggior credito alle piccole e medie imprese. Il presidente della BCE non ha escluso, qualora tutto ciò non fosse sufficiente ad allontanare la minaccia della deflazione, un programma di “credit easing”.


L’atteggiamento ancora ultraespansivo di Draghi e l’assenza di sorprese nei discorsi degli altri banchieri centrali ha permesso al rendimento dei titoli di stato europei di continuare la sua discesa e a quello americano di rimanere sostanzialmente invariato.  Quello europeo a 10 anni è sceso di 11  punti base, quello americano è invece salito di 5 punti base, arrivando a fine mese a 1.25 circa il primo e a 2.53 circa il secondo. E’ ripresa la discesa del differenziale di rendimento dei titoli decennali italiani e spagnoli sostanzialmente invariati rispetto al mese precedente (-6 punti base il primo a 160, -15 punti base  a 140 il secondo).

Sul mercato valutario, nonostante le dichiarazioni di Draghi l’euro si è rafforzato nei confronti del  dollaro dello 0.37% chiudendo il mese a 1.369.


   Laura Tardino

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