domenica 26 maggio 2013

Impensabile lasciare l'Euro ?


Il 20 Maggio 2013, nell'edizione americana di The Wall Street Journal, è apparso un articolo a firma di Thomas Catan e Marcus Walker, dal titolo: “Thinking the Unthinkable - Quitting a Currency”.

Il “pensare l'impensabile”, cioè l'abbandono di una moneta, è riferito all'Euro,
 
www.democraziakmzero.org


  ma affonda le sue radici nella memoria di uno dei fantasmi che agitano i sonni finanziari di tutto il mondo dall'inizio di questo millennio: il
www.teleborsa.it
default dell'Argentina.




Oggi la disoccupazione in Spagna è al 27%.    I giovani sono in fuga dal Portogallo e dall'Irlanda.
 
www.infiltrato.it


Un quarto dei greci stenta a procurarsi di che mangiare.





itacanelcuore-annamaria.blogspot.com

 

Tuttavia, l'Europa non ha un piano comune per sostenere il lavoro.
La strategia tedesca per risolvere la crisi dell'euro prevede che i Paesi dell'Europa meridionale continuino a tagliare la spesa pubblica, riducano salari e prezzi fino a tornare competitivi.

www.dagospia.com



  




Secondo studi accreditati, tutto il processo potrebbe richiedere almeno un decennio.

Tuttavia, nonostante una prospettiva così angosciosa, nessun paese ha lasciato l'euro ed oltre il 60% degli spagnoli, greci, italiani e francesi vuole mantenere la moneta comune.


Secondo gli articolisti, però, c'è un precedente che presenta preoccupanti analogìe.

Come i paesi che hanno aderito alla zona euro, l'Argentina, in preda ad un'inflazione devastante, nel 1990 rinunciò al controllo sulla propria moneta, fissando per essa un rapporto 1-a-1 con il dollaro USA.



it.wikipedia.org
articulo.deremate.com.ar
La misura imbrigliò l'iperinflazione, ma consentì anche una sbornia di debiti in dollari che fece lievitare i salari ed i costi aziendali.

Come l'Europa meridionale oggi, l'Argentina divenne profondamente non-competitiva.
Come i membri dell'Area-euro oggi, l'Argentina dovette stringere i denti nella prospettiva che prezzi e salari scendessero abbastanza per far diventare il paese di nuovo competitivo.

Il comune sentire di allora era che gli argentini avrebbero sopportato qualsiasi difficoltà pur di continuare ad utilizzare il dollaro statunitense, tanto erano rimasti scottati dai precedenti decenni di caos politico ed economico, che avevano comportato lunghi periodi di inflazione galoppante.
"La svalutazione non è un'opzione per l'Argentina", disse allora un economista della Banca Mondiale.
Tecnicamente, l'Argentina aveva una propria moneta alla quale tornare, ma l'abbandono della parità con il dollaro era visto come una via troppo ardua da affrontare, perché quasi tutti i debiti erano ormai nella valuta statunitense.
Tuttavia, dopo tre anni di recessione, parve che gli argentini avessero deciso in massa che qualunque cosa fosse venuta dopo non sarebbe stata peggio della depressione infinita necessaria per mantenere i loro pesos intercambiabili con i dollari.
In una mite serata nel dicembre 2001, la classe media argentina scese nelle strade di Buenos Aires, in un'esplosione di rabbia. Rivolte in tutto il paese spazzarono via il governo dal potere.
Il debito argentino andò in default e subito dopo venne abbandonato l'aggancio del peso al dollaro.
stagliano.blogautore.repubblica.it

Quanto è simile la situazione nel sud Europa oggi ?
I due giornalisti sottolineano diverse analogie:3 anni prima della rivolta, l'economia argentina aveva avuto una contrazione dell'8% del PIL, proprio come probabilmente sarà in Italia e in Portogallo alla fine .del 2013, mentre la Grecia avrà superato il 23%

The Wall Street Journal


E, come in Europa oggi, anche in Argentina, qualche mese prima della rivolta, il 62% della popolazione aveva dichiarato in un sondaggio di non voler tornare alla propria moneta.
Catan e Walker concludono osservando che “coloro che affermano che il rischio che i Paesi abbandonino l'euro sia svanito, dovrebbero considerare altre situazioni in cui si è passati rapidamente dal momento in cui il sistema della moneta era visto come sacro al momento in cui questo pensiero è rapidamente stato spazzato via".
L'Argentina, con la sua svalutazione altalenante, non è certo un modello per l'Europa. Piuttosto, può rappresentare un monito.


Fantasmi argentini in Eurozona ?

it.wikipedia.org

Ma oggi, nell'Eurozona, a parte i casi clamorosi della Grecia e di Cipro, ci sono altre situazioni che possano evocare i fantasmi argentini ?
C'è chi vede parziali analogie con la situazione slovena e con quella portoghese.


La Slovenia cerca di farcela da sola
europa.eu
Un altro giornalista del WSJ, Leos Rousek, osserva che la Slovenia, un tempo considerata la porzione più ricca dell'ex-Yugoslavia, sta lottando per evitare una contrazione dell'economia e puntellare un sistema bancario in bilico sotto un enorme cumulo di sofferenze.
Il governo sloveno ha deciso di innalzare le tasse, di tagliare gli stipendi dei dipendenti pubblici e di vendere diverse aziende statali, compresa la compagnia aerea di bandiera, la più grande azienda di telecomunicazioni ed una banca.
www.lastminutebest.it
 Nonostante il successo di una recente emissione obbligazionaria governativa per circa tre miliardi di Euro, la Slovenia potrebbe presto essere costretta a chiedere all'Unione Europea un pacchetto di salvataggio per sostenere il proprio sistema bancario, che pare in grado di coprire soltanto metà delle perdite derivanti dai prestiti irrecuperabili, che ammontano a quasi un quinto del PIL nazionale.


Il Portogallo tra l'incudine e il martello
 
Secondo gli articolisti di The Wall Street Journal, il Portogallo si troverà, a fine 2013, con un calo percentuale del PIL ( -7,9%) vicino a quello che stava subendo l'Argentina (-8,4%) al momento dell'abbandono della parità con il dollaro USA.
Come è noto, la troika (BCE, FMI e UE) ha promesso al Portogallo, in cambio di misure severe di austerità, un finanziamento di due miliardi di euro, che fa parte del piano di salvataggio da 78 miliardi di euro concesso al Portogallo nel maggio del 2011.

www.spiaggiamare.com

Il Portogallo ha richiesto inoltre ai partner europei di concedere una proroga dei termini di rimborso dei prestiti in essere.
Il governo ha annunciato tagli alla spesa pubblica, in tre anni, per 4,8 miliardi di euro.
Il piano prevede l’allungamento dell’età pensionabile a 66 anni e la messa in “mobilità volontaria” di 30mila dei 600mila dipendenti pubblici, che dovranno lavorare 40 ore settimanali in luogo di 35.
www.controcampus.it

Verrà tagliato anche il settore della sanità, per poter pagare le quattordicesime.
Il governo intende anche richiedere un “contributo di solidarietà” ai pensionati che percepiscono una pensione superiore ai 1350 euro al mese.









E l'Italia ?
 
www.webnews.it

 
Secondo gli articolisti di The Wall Street Journal, l'Italia si troverà, a fine 2013, con un calo percentuale del PIL ( -8,3%) ancor più vicino di quello portoghese al livello che stava subendo l'Argentina (-8,4%) al momento dell'abbandono della parità con il dollaro USA.





















lunedì 20 maggio 2013

Equity crowdfunding: un potenziale primato per l'Italia



 
Nel post precedente abbiamo parlato anche di equity crowdfunding, riferendo del recente discorso di Giuseppe Vegas, Presidente della CONSOB, rivolto al mercato finanziario.

www.ilsole24ore.com

Questo è lo stralcio delle sue dichiarazioni riguardo all'equity crowdfunding:

"L’Italia, prima al mondo, ha adottato una regolamentazione del cosiddetto equity crowdfunding. Si tratta di un’importante opportunità per lo sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali a contenuto innovativo, che possano contare sull’apporto di capitali di rischio tramite portali on line. La Consob è impegnata nella definizione della disciplina secondaria, indispensabile per garantire un ambiente affidabile per gli investitori, non eccessivamente gravoso per i gestori dei portali e agevole per le società che vi ricorrono. È un’importante occasione che permetterà a molti giovani di trasformare idee creative in progetti imprenditoriali di successo."

Questa è, secondo noi, la porzione di gran lunga più rilevante dell'intero discorso del Presidente della CONSOB, perché rivolta pragmaticamente a tratteggiare soluzioni concrete per un futuro molto prossimo.
www.bizjournals.com


Cos'è il crowdfunding

Secondo Wikipedia, il crowd funding o crowdfunding (dall'inglese crowd, folla e funding, finanziamento) è un processo collaborativo di un gruppo di persone che utilizza il proprio denaro in comune per sostenere gli sforzi di persone ed organizzazioni. È un processo di finanziamento dal basso che mobilita persone e risorse. Il termine trae la propria origine dal crowdsourcing, processo di sviluppo collettivo di un prodotto. Il crowdfunding si può riferire a processi di qualsiasi genere, dall'aiuto in occasione di tragedie umanitarie al sostegno all'arte e ai beni culturali, al giornalismo partecipativo, fino all'imprenditoria innovativa e alla ricerca scientifica.
Il web è solitamente la piattaforma che permette l'incontro e la collaborazione dei soggetti coinvolti in un progetto di crowd funding.


Un'accurata analisi delle piattaforme di crowdfunding italiane

Un'accurata analisi delle piattaforme di crowdfunding italiane è stata condotta recentemente (novembre 2012) da Daniela Castrataro (ricercatrice e consulente nell’ambito delle social technologies, co-fondatrice di Twintangibles, Glasgow, GB) ed Ivana Pais (docente di Sociologia economica presso la Facoltà di Economia della Università Cattolica di Milano).
Qui:


ne potete leggere la versione aggiornata ad aprile 2013.


I modelli prevalenti di crowdfunding in Italia

Dagli albori (2006) ad oggi sono stati pubblicati oltre 8.800 progetti (28% dei quali finanziati con successo). L'importo complessivo dei finanziamenti supera i 13 milioni di Euro. 
 
www.startupitalia.eu

Gli schemi operativi di crowdfunding più diffusi in Italia sono:

Social lending (oltre 5.000 progetti pubblicati): prestito che avviene tra persone (senza l’intervento di un intermediario finanziario) e a tassi di interesse più bassi rispetto a quelli del sistema finanziario.
Reward-based (oltre 1.500 progetti pubblicati): donazioni compensate con premi o riconoscimenti di varia natura, materiali (ad esempio una prelazione su un prodotto non ancora disponibile) o immateriali (ad esempio pubblici tributi sul web).
Donazioni (176 progetti pubblicati): raccolta fondi no profit, a favore di iniziative di interesse sociale o culturale.
Equity-based (110 progetti pubblicati): comporta una partecipazione al capitale di una startup.




Cos'è l'equity crowdfunding
Ne aveva parlato, il 31 marzo scorso, anche Repubblica.it, con un articolo di Rosaria Amato, che potete leggere qui:



L'articolo spiegava che L'Italia sarebbe stato il primo Paese europeo ad avere una normativa sul crowdfunding.  La Consob aveva infatti appena pubblicato il documento di consultazione sul nuovo regolamento, previsto dal "decreto crescita bis" (dl n.179 del 18 ottobre 2012), avente l'obiettivo di favorire "l'accesso al pubblico risparmio da parte delle startup tramite portali on line". Si trattava proprio dell'equity crowdfunding.


Quanto vale ad oggi l'equity crowdfunding

Dei 110 progetti equity-based pubblicati dagli albori (2006) ad oggi, ne sono stati finanziati 8 (poco più del 7%)
L'importo complessivo dei finanziamenti di tali progetti è stato di circa 2 milioni di Euro.

yourgreatbusiness.com




E' evidente che siamo davvero agli inizi, ma per il nostro Paese l'equity crowdfunding potrebbe essere uno degli strumenti adatti a liberare genialità e capacità innovative ormai da troppo tempo espresse ma concretamente inapplicate.

















lunedì 6 maggio 2013

Vegas: il risparmio degli italiani è crollato di 2/3 in 20 anni

Adottiamo per il nostro post lo stesso titolo che i principali quotidiani dedicano al discorso di Giuseppe Vegas, Presidente della CONSOB, rivolto oggi al mercato finanziario nel corso dell'incontro annuale, a Milano.
http://www.ilpaesenuovo.it
Secondo i canoni prevalenti nello stile giornalistico, vengono sottolineati i temi più eclatanti e generali: il crollo della propensione degli italiani al risparmio, il no all'austerità senza speranza, la precarietà della tregua che i mercati stanno offrendo, il rischio sempre forte del contagio da un mercato in caduta a tutti gli altri, la fragilità del rapporto tra intermediari finanziari e clientela, insidiato dai conflitti di interesse del sistema bancario nella produzione e distribuzione dei prodotti finanziari, l'assenza di un cenno esplicito alla vicenda Montepaschi.
Tutti temi interessanti e stringenti, non c'è dubbio.
Ma, secondo noi, ancor più rilevante è quello contenuto nel capitolo 6 del discorso, dedicato allo sviluppo del mercato.
Eccone ampi stralci (per il testo completo del discorso:  http://www.consob.it/documenti/Pubblicazioni/Relazione_annuale/2012/dsc2013.pdf)
"6 Lo sviluppo del mercato
Guardiamo ora alla realtà del mercato finanziario domestico e ai motivi per i quali esso non svolge il ruolo, che gli è proprio, di motore della crescita.
Il tessuto produttivo italiano è tradizionalmente fondato sulle piccole e medie imprese e mostra un grado di frammentazione superiore a quello di altri Paesi europei. Si tratta di un limite strutturale, che incide negativamente sulla produttività del sistema.
Negli ultimi anni, le pressioni competitive derivanti dalla globalizzazione e dagli effetti della crisi finanziaria hanno messo in luce la capacità di molte imprese di innovare e ristrutturarsi, affrontando con successo le sfide della competizione internazionale. Tuttavia, se queste stesse imprese non saranno in grado di assumere le dimensioni richieste dall’ampiezza dei mercati di sbocco, esse non potranno conservare a lungo la loro capacità competitiva. Occorre metterle in condizione di crescere.
Per fare ciò è indispensabile rimuovere gli ostacoli che ne impediscono lo sviluppo e dotarle di adeguati capitali.
................
Un ulteriore ostacolo è costituito dall’insufficienza delle fonti di finanziamento disponibili. In una situazione di contrazione del credito bancario, dovuta a fattori congiunturali e ai vincoli imposti dall’evoluzione della normativa prudenziale, le aziende devono trovare adeguate forme di accesso al mercato dei capitali.
Il mercato azionario non è attualmente in grado di svolgere questa funzione. Alla fine del 2012 rimaneva modesto il numero di emittenti quotati sul mercato regolamentato domestico
.............
Anche allargando l’analisi alle piattaforme non regolamentate dedicate alla negoziazione di titoli di piccole-medie imprese, il confronto risulta particolarmente penalizzante: l’Aim (Alternative Investment Market) del London Stock Exchange contava, a fine 2012, 870 società domestiche, rispetto alle 27 del nostro Aim-Mac (Aim Italia - Mercato alternativo del capitale).
...................
Le ragioni della scarsa attrattività del mercato azionario dipendono dall’andamento dei corsi, che negli ultimi anni ha disincentivato l’accesso di nuove matricole, mentre ha favorito numerose operazioni di delisting. Ma esistono motivi più profondi, che attengono, da una parte, alla tradizionale avversione alla quotazione delle imprese italiane e, dall’altra, al modesto contributo degli investitori istituzionali e alla ridotta propensione del retail all’investimento azionario, sia diretto, sia in prodotti del risparmio gestito.
Il problema del finanziamento delle imprese di piccole e medie dimensioni costituisce un tema cruciale, non solo in Italia, ma anche in tutta Europa e negli Stati Uniti. Oggi non si può pensare che esso possa essere risolto con interventi pubblici. Si deve trovare una strada che semplifichi e renda più diretto il collegamento tra risparmio e chi ha necessità di capitali per finanziare la propria impresa.
Molti sono i soggetti, pubblici e privati, che si dedicano alla soluzione di questo problema. Al fine di coordinarne in modo più efficace l’azione, la Consob si è fatta carico di costituire un Gruppo di lavoro – che ha recentemente dato vita al progetto ‘PiùBorsa’ – i cui partecipanti si sono impegnati, ognuno per la propria parte, tramite la firma di un Memorandum di intesa, ad attuare una comune serie di interventi per lo sviluppo del mercato mobiliare nazionale.
Obiettivo del progetto è quello di definire una sorta di ‘percorso guidato’, nel quale le imprese alla ricerca di capitali siano assistite sino a giungere ad affrontare il processo della quotazione. In tale ambito, sono stati programmati nuovi interventi di education volti alla diffusione della cultura dell’equity e potenziati i programmi di scouting finalizzati alla selezione delle eccellenze imprenditoriali da avvicinare alla Borsa. Procedure di ammissione semplificate e oneri amministrativi alleggeriti, fermi i livelli di tutela degli investitori, potranno essere decisivi a questo riguardo.
......... Da parte sua, la Consob si è impegnata ad azzerare i contributi di vigilanza delle società di nuova quotazione per i primi tre anni.
............
Lo sviluppo di un mercato efficiente di corporate bond potrebbe consentire alle imprese di soddisfare le proprie necessità di finanziamento e darebbe loro modo di incamminarsi su un percorso di ‘acclimatamento’ all’ambiente tecnico-regolamentare della finanza mobiliare, che ne potrebbe poi facilitare la quotazione azionaria in Borsa. Tra gli intermediari finanziari si consoliderebbe un processo di specializzazione sui servizi connessi all’emissione e collocamento di strumenti finanziari, con un riverbero positivo anche sull’offerta di servizi di listing sul mercato azionario.
..........
L’Italia, prima al mondo, ha adottato una regolamentazione del cosiddetto equity crowdfunding. Si tratta di un’importante opportunità per lo sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali a contenuto innovativo, che possano contare sull’apporto di capitali di rischio tramite portali on line. La Consob è impegnata nella definizione della disciplina secondaria, indispensabile per garantire un ambiente affidabile per gli investitori, non eccessivamente gravoso per i gestori dei portali e agevole per le società che vi ricorrono. È un’importante occasione che permetterà a molti giovani di trasformare idee creative in progetti imprenditoriali di successo."

Come dicevamo, questa è, secondo noi, la porzione di gran lunga più rilevante dell'intero discorso, perché rivolta pragmaticamente a tratteggiare soluzioni concrete per un futuro molto prossimo.

http://libreriarizzoli.corriere.it
In linea, del resto, con la citazione di Tucidide in apertura:

«… è inutile accusare il passato più di quanto giovi al presente.
Bisogna invece provvedere al presente per amore del futuro -
senza risparmiare nuove fatiche …»

Tucidide, La guerra del Peloponneso, I, 123


Per ora, ci limitiamo alla doverosa cronaca, ma ci ripromettiamo di riprendere il discorso, anche per raccogliere l'esplicito invito rivolto ad una comunità, quella finanziaria, della quale facciamo parte, come cittadini-utenti e come professionisti.