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“Dove sono i pesci? Investire quando le opportunità
diventano scarse”. Questo il titolo della presentazione di Wiliam De Vijlder,
vice presidente di BNPParibas Investment Partners
www.fondsnieuws.nl |
che ha illustrato alla stampa
italiana lo scorso 10 giugno le strategie di investimento per i prossimi mesi.
Le argomentazioni portate all’attenzione dei
giornalisti presenti si snodano in 10 punti cruciali che identificano i tratti
salienti dello scenario economico presente, e con ogni probabilità, del
prossimo futuro e le opportunità ancora da cogliere per l’investitore:
1) Le economie
sviluppate stanno facendo meglio di quelle emergenti
2) La crescita nei paesi
in via di sviluppo è inferiore a quella passata
3) La divergenza in
termini di politiche monetarie è in aumento
4) Il rischio
geopolitico ha avuto sui mercati un impatto limitato
5) E’ sempre più
difficile trovare attivi dalle valutazioni interessanti
6) Le principali banche
centrali sono di sostegno
7) Questo approccio
contribuisce a mantenere bassi i rendimenti e alimenta la ricerca del
rendimento da parte degli investitori
8) Sovrappesare
l’azionario dei paesi sviluppati senza preferenze regionali
9) Sovrappesare
corporate HY e obbligazioni legate all’inflazione
10) Neutrali sui mercati emergenti
Nel corso della presentazione DeVijlder passa in
rassegna i principali fattori che hanno guidato i mercati finanziari nel corso
della prima parte del 2014: le tensioni in Ucraina, le comunicazioni della FED
e della BCE e lo scetticismo sull’efficacia della nuova politica di Abe in
Giappone. E quelli che guideranno i mercati nel proseguo dell’anno: non ci
saranno rialzi dei tassi; l’economia americana, quella europea e quella
giapponese stanno recuperando vigore; ma le valutazioni dei mercati sono
in molti casi poco interessanti.
Il rendimento più allettante è quello offerto dalle
azioni che, se misurato come la redditività (utile/prezzo) dei titoli dell’MSCI
(Europa o Stati Uniti poco cambia, essendo tuttavia più elevato quello
europeo), si colloca all’incirca al 7%; seguono le obbligazioni emergenti
in valuta locale e in dollari (circa 6.5% e 5.5% rispettivamente), il
credito HY europeo (circa 4.5%) ed i governativi decennali periferici (circa 3%
per l’Italia e la Spagna).
Laura Tardino
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