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I mercati azionari chiudono il mese di maggio in
salita, con l’indice MSCI World in valuta locale in rialzo dell’1.91%. Positiva
la performance del NordAmerica (+1.97%), dei mercati europei (+1.51% in media)
e di quello giapponese (+3.54%). Tra i paesi europei da segnalare il buon
andamento della Spagna (+3.59%), della Germania (+1.71%) e della Francia
(+0.86%) mentre l’Italia ha registrato una performance negativa (-0.59%).
Il mese si è chiuso in forte rialzo per i mercati
emergenti, che sono saliti mediamente del 2.62% (MSCI EM in valuta locale).
L’atteggiamento ancora espansivo e l’assenza di
sorprese nei discorsi dei banchieri centrali ha permesso ai rendimenti dei
titoli di stato americani ed europei di continuare la loro discesa.
Quello americano a 10 anni è sceso di 17 punti base, quello europeo è
invece sceso di 11 punti base, arrivando a fine mese a 2.48 circa il primo e a
1.36 circa il secondo. Si è invece interrotta la discesa del differenziale di
rendimento dei titoli decennali italiani e spagnoli sostanzialmente invariati
rispetto al mese precedente (+6 punti base il primo a 166, fermo a 155 il
secondo) nonostante l’elevata volatilità mostrata nel corso del mese e
alimentata da prese di beneficio.
Sul mercato valutario, il dollaro si è deprezzato
dell’1.63% nei confronti dell’euro chiudendo il mese a 1.3639.
I dati macroeconomici pubblicati nel corso del mese
hanno evidenziato qualche difficoltà nel primo trimestre sia negli Stati Uniti
che in qualche paese europeo (Francia, Italia) non alterando tuttavia,
complessivamente, le attese di una graduale ripresa economica globale per la
fine dell’anno. Aprile è stato il mese delle elezioni: quelle europee
caratterizzate da un forte astensionismo e dall’avanzata significativa dei
partiti euroscettici, quelle indiane (con la vittoria del partito delle
riforme di Narendra Modi) e quelle ucraine (con la nomina del nuovo
presidente filo-occidentale Petro Poronchenko). Gli investitori sono apparsi
sereni di fronte agli esiti elettorali leggendo nei numeri la volontà di andare
avanti con le necessarie riforme (Italia, India) e il minor rischio geopolitico
(Ucraina).In tema di politica monetaria, la Fed ha lasciato inalterati i tassi
di interesse ufficiali allo 0-0.25%. L’allentamento monetario è proseguito al
ritmo di 45 miliardi di dollari al mese. Intervenuta di fronte al Congresso, la
Yellen ha ribadito che nonostante il miglioramento del mercato occupazionale
(disoccupazione al 6.3%), i salari rimangono sotto pressione, lasciando
intendere che i tassi di interesse rimarranno bassi ancora a lungo. In
occasione del consueto appuntamento mensile del Consiglio dei Governatori della
Banca Centrale Europea, il presidente Mario Draghi ha mantenuto inalterato il
tasso di interesse ufficiale a 0.25%, ribadendo che esso rimarrà basso per un
periodo prolungato e di essere pronto a introdurre nuovi stimoli già a partire
dal prossimo mese una volta noti i nuovi dati di crescita e inflazione.
Laura Tardino
Laura Tardino
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