venerdì 19 dicembre 2014

Tardino EXPRESS - Gestione attiva per il 2015 ?


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Gestione attiva per il 2015 ?











Si preannuncia un anno ricco di sfide, il 2015. Quest’ultima parte del 2014 ha mostrato, con un’impennata significativa della volatilità dopo mesi di relativa calma se non di continua discesa, che non sarà facile per gli investitori scegliere su “cosa” puntare, ma soprattutto  sul “come”, giacchè tutto si  muove così velocemente e si fa in fretta ad azzerare eventuali guadagni.

Guardando ai prodotti del risparmio gestito, che garantiscono un approccio professionale agli investimenti evitando il “fai da te”,  la gestione attiva, permettendo al gestore maggior discrezionalità nel posizionamento rispetto ad un ipotetico parametro di riferimento e dandogli quindi maggior flessibilità per meglio cogliere le opportunità di mercato, diversificare il rischio di portafoglio ed esprimere le sue convinzioni - nella speranza certamente che siano buone- potrebbe quindi essere la carta vincente per l’anno a venire.

D’altra parte, se le opportunità sono a mio giudizio molteplici in numerose classi di attivo – tassi di interesse, valute, credito globale, azioni ed obbligazioni emergenti- alla luce dell’attuale scenario macroeconomico,  fatto di crescite e politiche monetarie divergenti e di un prezzo del greggio in calo del 50% circa, è necessaria la massima selettività all’interno delle stesse.

I recenti accadimenti hanno scardinato schemi e paradigmi ai quali eravamo abituati ed a cui probabilmente non è corrisposto un altrettanto rapido adattamento degli indici. Si pensi, da un lato, ai cosiddetti BRIC ed a tutti gli indici costruiti su di essi; dall’altro, alla notevole divergenza economica e di performance finanziaria tra Cina,India e Brasile, Russia. O, ancora, all’enorme peso all’interno degli indici obbligazionari della componente governativi di alcuni paesi  (tra questi anche il Giappone), i cui rendimenti sono particolarmente compressi pur in presenza di indebitamento e quindi con rischi  relativamente molto elevati. La gestione attiva permette quindi  di andare anche al di là della logica degli indici. Ecco perché, a mio giudizio, sia nell’azionario che nell’obbligazionario sarà vincente nel corso del 2015.


Buone Feste.


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Laura Tardino






@tardino_laura

martedì 9 dicembre 2014

Tardino Express - Si avvicina Natale: QUALE REGALO PER IL 2015 ?


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Si avvicina Natale: QUALE REGALO PER IL 2015 ?





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Si avvicina Natale  e, sotto l’albero, quest’anno gli investitori troveranno non solo le buone performance dei mercati obbligazionari ed azionari ma, soprattutto, un prezzo del petrolio decisamente a buon mercato, che li aiuterà ad affrontare meglio il 2015. 


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Già, perché -all in all- una discesa del 40% del prezzo del greggio costituisce un tema di investimento importante e, dopo anni di abbondante liquidità, finalmente potrebbero essere la crescita ed i fondamentali a trainare i mercati, grazie anche ai minori costi energetici per le aziende ed al maggior potere di acquisto dei consumatori.


Il 2015 sarà dunque l’anno della crescita, complici varie componenti: il prezzo del greggio in forte calo fino a quando la produzione diminuirà per effetto della selezione naturale sulle imprese meno competitive (quelle produttrici di cosiddetto shale oil sono a rischio), la politica monetaria ancora di sostegno in molte importanti aree (Zona Euro, Giappone, Cina ed in qualche misura anche negli Stati Uniti e nel Regno Unito, dove i tassi saliranno molto gradualmente in assenza di spinte inflazionistiche) e  la politica fiscale meno stringente.

Pur in presenza di rischi da non sottovalutare – la deflazione in Europa, il rischio geopolitico evidente nelle decisioni emerse dall’ultimo incontro dell’OPEC- le occasioni di investimento sui  mercati azionari non mancano, complici i fondamentali macro e microeconomici e, in loro assenza, le ottime valutazioni. 

Spazio allora alle azioni europee e giapponesi e, tra gli emergenti, fin da ora quelle dei paesi importatori di petrolio (Cina , India) mentre nella seconda metà del 2015 le valutazioni di Brasile e Russia saranno per loro di grande sostegno.


Nell’obbligazionario, spazio al credito europeo.


E, tra le valute, ancora dollari.


Buone Feste.



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Laura Tardino






@tardino_laura

martedì 2 dicembre 2014

TARDINO COMMENTA IL NOVEMBRE 2014

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NOVEMBRE 2014



I mercati azionari chiudono il mese di novembre in salita con l’indice MSCI World in valuta locale a +2.72%. Il mercato nordamericano è salito del 2.33% mentre l’Europa è avanzata del 3.53%. Particolarmente positiva la performance di Germania Francia e Spagna (6.9%, 3.94% e 3.4% rispettivamente) mentre l’Italia è salita di un più modesto 0.47%. Hanno chiuso in territorio positivo anche il mercato giapponese (MSCI Giappone in valuta locale 6.17%) ed i mercati emergenti con l’indice MSCI Mercati Emergenti in valuta locale in salita dell’1.07%.


I mercati finanziari si sono mossi ancora una volta in risposta alle dichiarazioni  delle Banche Centrali. Dopo l’annuncio di fine ottobre della Banca Centrale Nipponica anche le dichiarazioni di Draghi, circa un possibile allentamento monetario ed il taglio dei tassi in Cina, hanno infatti alimentato l’entusiasmo degli investitori. I dati macroeconomici resi noti durante il mese hanno confermato la buona salute dei paesi anglosassoni (Stati Uniti e Regno Unito), dove crescita e occupazione hanno continuato a migliorare, mentre la zona euro è apparsa nuovamente in affanno. L’inflazione è infatti tornata a scendere rispetto al mese precedente, la disoccupazione è rimasta elevata mentre è calata la fiducia di imprese e famiglie.



In tema di politica monetaria, la Fed ha lasciato inalterati i tassi di interesse ufficiali allo 0-0.25%. La pubblicazione dei verbali del FOMC ha confermato quanto dichiarato da Janet Yellen, ovvero che i tassi rimarranno bassi per un periodo considerevole di tempo; la Yellen è però apparsa più ottimista riguardo alle dinamiche in atto sul mercato occupazionale. In occasione del consueto appuntamento mensile del Consiglio dei Governatori della Banca Centrale Europea, il presidente Mario Draghi ha mantenuto invariati i tassi di riferimento (0.05%) e ha dichiarato di essere pronto a fare di più nel caso i dati macroeconomici, ed in particolare l’inflazione, lo rendessero necessario.



I rendimenti obbligazionari sono stati condizionati dagli importanti annunci di politica monetaria. Il Treasury decennale ha chiuso il mese a 2.16%, in calo di 18 punti base nonostante il miglioramento congiunturale in atto, mentre il Bund ha chiuso a 0.70%, in calo di 14 punti base.  Lo spread italiano e quello spagnolo hanno chiuso il mese in calo  (-32 punti base e -18 punti base rispettivamente), guidati anch’essi dagli annunci di Draghi in tema di politica monetaria.


Sul mercato valutario, l’euro si è ulteriormente indebolito nei confronti del dollaro di circa lo 0.73%, chiudendo il mese a 1.2436, in discesa da inizio anno del 9.7% circa. 




   Laura Tardino

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