giovedì 8 gennaio 2015

TARDINO COMMENTA IL DICEMBRE 2014

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DICEMBRE 2014




I mercati azionari chiudono il mese di dicembre in discesa con l’indice MSCI World in valuta locale in calo dello 0.88%. Il mercato nordamericano è sceso dello 0.49%, mentre l’Europa ha perso il 2% circa. Negativa la performance di Germania e  Francia (-1.53% e -2.22%), anche se le perdite maggiori sono state registrate da Spagna e Italia (-4.46% e -5.35%). Leggermente negativa la performance registrata dal mercato giapponese (MSCI Giappone in valuta locale -0.53%). I mercati emergenti hanno perso il 2.7%.



I mercati finanziari hanno chiuso l’anno in maniera poco serena e, complici i bassi volumi, i nervi degli investitori sono stati messi alla prova da molteplici fattori. Da un lato, il significativo calo del prezzo del petrolio e l’impatto sul rublo russo, sceso del 27% tra la fine di novembre ed il 16 di dicembre, hanno rievocato nella mente degli investitori la crisi russa del 1998. Dall’altro, la decisione del primo ministro greco di anticipare le elezioni del presidente della repubblica ha fatto riemergere il rischio di una nuova crisi sovrana europea. I dati macroeconomici positivi, provenienti perlopiù d’oltreoceano, sono quindi passati in secondo piano.



In tema di politica monetaria, la Fed ha lasciato inalterati i tassi di interesse ufficiali allo 0-0.25%, modificando però la sua comunicazione togliendo la frase “per un periodo considerevole di tempo” e lasciando intendere che, con ogni probabilità, si è ormai non lontani dal primo rialzo. In occasione del consueto appuntamento mensile del Consiglio dei Governatori della Banca Centrale Europea, il presidente Mario Draghi ha mantenuto invariati i tassi di riferimento (0.05%) ed ha nuovamente dichiarato di essere pronto a fare di più, espandendo il bilancio della banca di circa 1000 miliardi aggiuntivi attraverso  l’acquisto di titoli governativi, probabilmente già a partire dal prossimo 22 gennaio.



I rendimenti obbligazionari sono stati condizionati in Europa dalle dichiarazioni di Draghi e dal flight to quality innescato da quanto accaduto in Grecia, mentre negli Stati uniti, più lontani dalla zona nevralgica, il contagio è stato nullo.  Il Bund ha chiuso a 0.54%, in calo di 16 punti base, mentre il Treasury decennale ha chiuso il mese a 2.17%, in “rialzo” di 1 punto base grazie al miglioramento congiunturale in atto. Nonostante la revisione al ribasso del rating sul debito italiano da parte di S&P  e gli eventi greci, lo spread italiano e quello spagnolo non ne hanno risentito chiudendo nel primo caso sostanzialmente invariato e nel secondo caso in calo  di circa 13 punti.


Sul mercato valutario, l’euro si è ulteriormente indebolito nei confronti del dollaro di circa il 2.67%, chiudendo il mese a 1.2104, in discesa da inizio anno del 12.11% circa.



   Laura Tardino

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@tardino_laura


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