Quiz
A): Interesse
Immagina
di lasciare € 1.000 in un conto corrente, che paga il 2% di
interesse annuo e non ha costi.
Che
somma pensi sarà disponibile dopo 5 anni ?
- meno di 1.020 €
- esattamente 1.020 €
- più di 1020 €
- non so
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Immagina
di lasciare 1.000 euro in un conto corrente, che paga l'1% di
interesse e non ha costi. Immagina che l'inflazione sia del 2%.
Se
ritirerai il tuo denaro fra un anno, quanti beni potrai comprare con
esso?
- più di oggi
- esattamente gli stessi
- meno di oggi
- non so
Quiz
C): Rischio
Questa
affermazione è vera o falsa: "l'acquisto di azioni di una
singola azienda fornisce in genere un rendimento più sicuro di un
fondo azionario" ?
- vero
- falso
- non so
Terne
di quiz di questo tipo sono state utilizzate, nell'ultimo decennio,
per valutare il grado di educazione finanziaria (sarebbe più
corretto dire: alfabetizzazione finanziaria) della popolazione.
Tra
gli studi più noti, quelli di Lusardi-Mitchell, Xu-Zia,
Monticone-Fornero (sì, proprio l'ex-Ministro del Lavoro).
Le
risposte corrette ai quiz sono: A): 3 - B): 3 - C):2
Nel
caso non avessimo risposto correttamente alle tre domande, niente
paura: rientreremmo nella moltitudine di persone che non posseggono
le basi dell'alfabeto finanziario e pertanto non sono in grado di
valutare le caratteristiche degli strumenti finanziari.
Stiamo
parlando di oltre la metà della popolazione del nostro Paese, una
delle maggiori potenze industriali al mondo ma, su questo argomento,
superato anche da Paesi cosiddetti emergenti, come l'Indonesia.
E,
semplicemente, dovremmo concludere che abbiamo assolutamente bisogno
dell'aiuto di un consulente finanziario.
Ma
senza demoralizzarci, perché anche l'altra metà del cielo ha un
gran bisogno di consulenza finanziaria, nonostante abbia risolto i
quiz e, magari, detenga una qualche laurea in economia o,
addirittura, operi in banca o nella finanza.
Un
conto, infatti, è occuparsi professionalmente di investimenti, altro
è gestire i propri, con tutte le implicazioni psicologiche del caso.
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Persino
un premio Nobel per l'economia, come Harry Markovitz, inventore di
un'ancor oggi leggendaria teoria di efficientamento degli
investimenti finanziari, commise degli errori banali quando si trovò
a dover investire il suo denaro personale, proveniente dalla
liquidazione dell'attività di professore: si limitò a suddividere
in modo ingenuo il suo investimento: 50 per cento in azioni, 50 per
cento in obbligazioni.
Altri,
in anni a noi più vicini, avrebbero poi formalizzato la definizione
di questo comportamento come un tentativo di minimizzare il rimpianto
futuro.
Ma
questo termine fa parte di un'altra storia dal titolo: "finanza comportamentale". Ne parleremo.
Buonasera non conoscevo il suo blog ed ho letto con piacere il suo articolo. Sono un collega e volevo chiederle cosa ne pensa del fatto di trovare nuovi clienti oggi. Ce la si può fare?
RispondiEliminaGrazie
Caro Gianluca,
Eliminainnanzitutto grazie per l'attenzione. Una risposta generica alla sua domanda è: sì, ce la si può fare, purché sia ben chiara la qualità del rapporto che si intende instaurare con il nostro potenziale cliente.
La domanda può avere una portata ben diversa a seconda che sia posta da un professionista agli inizi oppure esperto, indipendente o con mandato, inserito in una struttura commerciale o più orientata alla consulenza.
Come lei sa, chi di noi opera correttamente può rendere un servizio inestimabile ai suoi clienti. Chi no, può purtroppo fare l'opposto.
Leggendo i post che man mano pubblicheremo, anche orientati dalle domande e dai suggerimenti dei colleghi, verificherà che il tema che lei pone è, anche qui, tra quelli centrali.
Per darle subito una risposta più vicina ai suoi specifici interessi, dovrei conoscere qualcosa della sua esperienza professionale. Se vuole provare a descriverla, anche in termini generici, cercherò di risponderle in modo più circostanziato.
Grazie e buon lavoro,
Mosca Bianca