domenica 10 febbraio 2013

Perché Meraviglioso è il Risparmiatore (nonostante)

Tra coloro che hanno navigato, nel nostro Paese, nelle reti di promozione finanziaria o assicurativa, molti noteranno l'assonanza con il titolo di un famosissimo libro di Frank Bettger, "Il venditore meraviglioso".
Il libro è un efficacissimo manuale di vendita, un autentico best seller del genere, fondato sull'esperienza concreta di uno straordinario venditore americano di prodotti assicurativi dei primi decenni del secolo scorso.
@http://www.udicon.org/
Bettger, maestro nella vendita, lo fu anche nella comunicazione, dopo aver incontrato, nel 1917, il mitico Dale Carnegie.
Chi non ne sa nulla, invece, ma ha avuto la pazienza di leggere i primi post di questo blog, deve sapere che quel libro è stato uno dei cardini dello strumentario operativo delle reti, sin dagli albori.
Già, perché la vendita era l'obiettivo degli obiettivi, per le reti. Conseguentemente, i principali parametri di valutazione delle prestazioni professionali dei consulenti finanziari (detti promotori finanziari dal 1991 in poi) erano riferiti alla madre di tutti i benchmark: la classifica per volume di vendite (nei casi migliori) e di spese, ovvero commissioni pagate dai clienti (nella maggior parte dei casi).
Perché, allora, parliamo di un Risparmiatore Meraviglioso?
Perché è giusto che tale sia considerato chi ha saputo insistere nella pratica (benefica per lui e per l'intera comunità, nessuno escluso) di accantonamento di reddito disponibile e non consumato per finanziare esigenze future, nonostante:
  • il lento procedere nel cammino evolutivo del sistema bancario, finanziario ed assicurativo verso obiettivi di reale trasparenza nei confronti del cliente-risparmiatore-investitore che, ancor oggi, troppe volte è trattato strombazzando la parola consulenza, ma sostanzialmente operando in chiave di vendita;
  • la tendenza delle aziende del settore bancario, finanziario ed assicurativo a concentrarsi in soggetti di grandissime dimensioni, dalle tendenze oggettivamente oligopolistiche e troppo grandi per fallire (too big to fail);
  • la renitenza del sistema a fornire risposte tranquillizzanti e convincenti al dubbio angoscioso che vicende del tipo Cirio, Parmalat, Argentina, Lehman Brothers e simili si possano ripetere;
  • la parziale dispersione dei positivi intenti -che permeano la MIFID- di tutela dell'utente di servizi finanziari, a causa delle macchinosità burocratiche, che ne appesantiscono non tanto la formale, quanto la concreta attuazione;
  • l'asimmetria informativa sostanziale tra operatori professionali ed utenti, sino ad ora quasi mai affrontata se non ricorrendo a prescrizioni formali;
  • lo scarso interesse sinora mostrato dai politici in senso stretto ed in senso lato (al di là delle affermazioni di facciata) a promuovere una strategia di educazione finanziaria che non si limiti alla pura alfabetizzazione, ma che consenta all'utente di affrontare in modo consapevole le decisioni di natura finanziaria, assicurativa, patrimoniale e previdenziale;
  • la propensione ancora prevalente nel sistema a prospettargli l'interlocuzione con Venditori Meravigliosi di cataloghi sempre più vasti di prodotti e servizi (consulenza compresa), invece che con Consulenti Meravigliosi.


    Ecco perché, a nostro modesto ma deciso parere, l'unica via da imboccare perché il risparmiatore meraviglioso possa non solo sopravvivere (come è necessario), ma anche prosperare (come è giusto), è quella che veda il venditore meraviglioso, fulminato sulla via di una novella Damasco, trasformarsi finalmente nel Consulente Meraviglioso che tutti impazientemente attendono.
@www.cavalliegare.it
 
 

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